Chirurgia Vascolare

ATEROSCLEROSI E RISCHIO DI ICTUS: PREVENZIONE, DIAGNOSI E TRATTAMENTO

L’ictus rappresenta la terza causa di morte in Italia e nel mondo occidentale, dopo infarto e neoplasie, nella popolazione con più di 40 anni e la prima causa di invalidità permanente. Nell’80% dei casi si tratta di un ictus ischemico (ovvero causato da una riduzione dell’afflusso di sangue), mentre nel restante 20% dipende da un sanguinamento. Nel nostro Paese il numero di ictus acuti ischemici o emorragici è di più di duecentomila per anno (80% nuovi ictus, 20% recidive).
L’incidenza di ictus aumenta con l’età, raggiungendo un picco massimo negli ultra-ottantacinquenni (il 75% degli ictus si riscontra in soggetti con più di 65 anni). Nella fascia di età 55-64 anni l’incidenza è di 300 casi ogni 100.000 abitanti l’anno, mentre tra i 65 e i 74 anni aumenta sino a 800 casi ogni 100.000 abitanti l’anno.
A un anno dall’evento acuto, 1/3 dei soggetti sopravvissuti a un ictus (sia ischemico sia emorragico) presenta un grado di disabilità elevato.
Nel 30% dei casi l’ictus è causato dall’aterosclerosi a livello delle arterie carotidi, determinando la formazione di una placca che con il tempo va a ridurre il diametro del vaso, causando una stenosi. I fattori di rischio per lo sviluppo di una placca carotidea sono l’età maggiore di 65 anni, il fumo, l’ipertensione, la dislipidemia e il diabete mellito.
La prevenzione inizia quindi dal controllo di tali fattori: smettere di fumare, misurare i valori pressori e controllare i livelli di colesterolo, trigliceridi e glicemia. Ciò può essere ottenuto prestando attenzione a dieta ed esercizio fisico o, se questi non fossero sufficienti, con terapia farmacologica sotto la supervisione del Medico Curante. Per controllare in maniera veloce, sicura e non invasiva la presenza di una placca carotidea è possibile eseguire l’ecodoppler dei tronchi sovra-aortici. Si tratta di un’ecografia che in pochi minuti consente di determinare se via sia o meno malattia aterosclerotica e quale sia la sua gravità. La presenza di ateromasia carotidea anche non grave rappresenta – inoltre – un indicatore di ateromasia coronarica, pertanto la sua diagnosi permette di determinare con maggior precisione il rischio cardiovascolare e correggerlo efficacemente.
Se l’esame evidenzia la presenza di una stenosi significativa il rischio di ictus diviene considerevole nonostante una terapia farmacologica efficace; in questi casi è possibile intervenire preventivamente con un intervento chirurgico vascolare volto a eliminare la placca.

Dr. Edoardo Frola
Chirurgo Vascolare P-Medica

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